Uno stile pittorico sviluppatosi tra fine ottocento e primi del
novecento, Paul Signac è stato il maestro di questo stile (vedi foto).

Il colore, inteso anche nelle diverse sfumature e
ombreggiature per dare la profondità, si scompone attraverso una serie
di minuscoli tocchi di colori che giocano tra le diverse dimensioni e la
vicinanza tra i punti vicini per formare un legame indissolubile tra
dinamicità, cromia e disposizione. Lo stile Dotwork si lega a questa
tecnica e richiede una estrema precisione per lavorare nel dettaglio
così da avere una tenuta perfetta nel tempo ed una resa ideale quando si
usano i punti per ricreare ombre in soggetti realistici e in livelli di profondità nei
soggetti geometrici.


I tatuaggi in stile dotwork hanno una radice antica, risalgono ai
tribali polinesiani. Il loro aspetto era però diverso da quello che
abbiamo oggi. Con la lavorazione in stile dotwork attraverso le macchine
elettriche si ha una precisione che permette all’artista di creare dei
capolavori di linee e punti, magari inserendo delle macchie di colore
che rendono i pezzi unici e molto particolati . Stile che sta tornando fortemente in auge, dalla
semplice integrazione di un mandala con motivi puntinati ad altri stili
che utilizzano forme geometriche pure come triangoli, cerchi o linee. Il
Dotwork non è una cosa per tutti, serve una mano allenata e una
grandissima esperienza, la composizione, il disegno sulla pelle, prende
forma attraverso una serie di punti finemente lavorati uno a fianco
dell’altro in modo da ottenere una sfumatura. Molto spesso, quindi, la
tecnica tradizionale standard nel fare le ombreggiature viene sostituita
da questo metodo “puntinista” e i risultati sono mozzafiato!

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